Arbon, patria dei veicoli commerciali Saurer, continua ad essere ancora oggi una città innovativa in ambito automobilistico. Certamente questo è dovuto agli ingegneri della società FPT Motorenforschung – con sede ad Arbon – che apportano un importante contributo alla moderna tecnologia di propulsione della casa madre Iveco. Ed è qui che la Technische Gesellschaft Arbon TGA sta recentemente facendo parlare di sé. In occasione del suo centenario all’inizio del 2019, i suoi membri non volevano accontentarsi di uno sguardo retrospettivo e hanno pertanto deciso di guardare al futuro lanciando un progetto di autobus di linea a guida autonoma: il SCCL (Self-Controlled City Liner). A metà agosto c’erano le condizioni tecniche e giuridiche per consentire all’autobus a guida autonoma di circolare per la prima volta con dei passeggeri a bordo. Tuttavia ci vorranno, nel migliore dei casi, ancora tre anni per raggiungere l’obiettivo finale, ovvero che l’autobus circoli senza alcun accompagnatore e sia unicamente monitorato a distanza dalla centrale nel deposito (v. riquadro). La nuova linea della città vecchia collega la stazione di Arbon con la spiaggia e la sala del Parco del lago. Le nove fermate di questo anello di 2,5 chilometri sono tutte accessibili a persone con mobilità ridotta. L’autobus circolerà esclusivamente nelle zone con limite di velocità a 30 km/h, motivo per cui il giro completo durerà tra 20 e 25 minuti. Qualora un tratto della strada non fosse percorribile a causa di un evento, l’autobus potrà deviare su cinque itinerari alternativi. Durante i tre anni della fase progettuale, un autista di sicurezza sarà sempre presente a bordo del veicolo, ma in seguito sarà garantita solo una sorveglianza a distanza. Questo consentirà in futuro a un unico operatore di gestire più autobus dal deposito.
Un progetto che ha un futuro
Artour, il nome di questo autobus elettrico, era stato scelto ad Arbon indicendo un concorso pubblico. Si tratta di un veicolo e-ATAK del marchio turco Karsan, lungo circa 8,3 metri, con 20 posti a sedere e una capacità di 50 passeggeri. Per il momento i passeggeri possono tuttavia viaggiare solo seduti e con le cinture allacciate. Artour è pertanto di tutt’altro calibro rispetto ai piccoli veicoli a guida autonoma dei progetti precedenti condotti a Sion, Berna o Neuhausen am Rheinfall. «Il nostro obiettivo è quello di creare qualcosa che apporti anche un valore aggiunto alla popolazione», ha spiegato il responsabile di progetto Hansueli Bruderer all’inaugurazione che si è svolta a metà agosto. L’Ufficio federale dei trasporti (UFT) è dello stesso parere. «I progetti precedenti hanno avuto un’utilità piuttosto discutibile per i trasporti pubblici, in quanto i veicoli erano troppo piccoli, troppo lenti e non adatti alle persone con una disabilità», afferma Barbara Zollinger, collaboratrice scientifica dell’UFT. Artour, in compenso, li considera come una tappa importante per il futuro della mobilità. In effetti, questo progetto dovrebbe consentire di ottimizzare i costi dei trasporti pubblici liberando in questo modo fondi per altri progetti che finora non hanno potuto essere realizzati per mancanza di finanziamenti da parte della Confederazione e dei cantoni. Mentre la tecnologia dei motori elettrici può oggi essere considerata comprovata e affidabile, il punto cruciale sta nella tecnologia che dovrà un giorno sostituire il conducente. Per i sensori e l’elettronica di comando, si è ricorsi alla tecnologia e al know-how dell’azienda americana Adastec. Il costruttore Karsan si era già impegnato per tempo a favore della tecnologia Adastec.
Un sistema di comando a distanza
Nei progetti di autobus a guida autonoma realizzati sinora da Karsan, i gestori puntano unicamente sugli autisti di sicurezza. L’idea della sorveglianza a distanza fa il suo debutto mondiale ad Arbon, come ha confermato il CEO di Karsan Okan Bas a metà agosto. Le basi giuridiche sono ancora molto recenti. «Nella prima fase del progetto, la sorveglianza a distanza non era ancora pensabile dal punto di vista giuridico», spiega Hansueli Bruderer. «È solo nel 2023, grazie alla modifica della Legge sulla circolazione stradale LCStr, che abbiamo potuto cominciare a integrare la sorveglianza a distanza nel progetto.» Artour è gestito dalla società Eurobus Ostschweiz SA nella sede di Arbon, dove si trova anche la centrale di Artour. Grazie al reporting remoto, la centrale è costantemente informata sullo stato del veicolo e può fornire assistenza a distanza grazie al controllo remoto. All’inizio, questi interventi manuali saranno effettuati dall’autista di sicurezza, ma con l’avanzamento del progetto, saranno sempre più spesso effettuati dalla centrale. «Se tutto questo funzionerà, un giorno sarà possibile che un operatore della centrale monitori un determinato numero di autobus», afferma con convinzione Hansueli Bruderer. Si può anche partire dal principio che, parallelamente allo sviluppo del progetto, dovrebbero evolvere anche le basi giuridiche. Una simile modifica sarà necessaria per far sì che al termine del progetto pilota Artour possa essere trasferito verso un servizio di linea regolare senza autista di sicurezza. Erwin Wieland, vicedirettore di USTRA, spiega: «Questi progetti pilota ci permettono di adattare le leggi in modo serio.» Inoltre Wieland è convinto che tali progetti pilota contribuiscano a rafforzare l’accettazione sociale del progetto.
Artour gode di un forte sostegno nella regione, soprattutto grazie ai partner del progetto: la città di Arbon, Arbon Energie AG, Eurobus, AutoPostale SA e Larag. Il lancio finanziario di Artour è stato possibile grazie a 1,8 milioni di franchi provenienti dalla privatizzazione della Banca cantonale di Turgovia e accordati dal cantone di Turgovia. Altri 19 progetti godono di questi fondi in Turgovia, ma Artour è il primo tra loro a essere stato realizzato.
■ Testo e Foto: Martin Schatzmann
Una lunga strada verso l’obiettivo finale
Senza accompagnamento, ma solo a partire da metà 2028
– Nel corso del quarto trimestre 2025, Artour percorrerà il suo itinerario con dei passeggeri a bordo e con un autista di sicurezza al posto di guida.
– L’anno prossimo, test con autista di sicurezza e controllo remoto parziale (immagine: centrale nel deposito autobus).
– Primo semestre 2027: funzionamento con controllo remoto, ma autista di sicurezza al posto di guida.
– Secondo semestre 2027: funzionamento con controllo remoto, autista di sicurezza vicino al posto di guida.
– Primo semestre 2028: funzionamento con controllo remoto, è previsto l’accompagnamento da parte dell’autista di sicurezza solo nell’abitacolo riservato ai passeggeri.
– A partire dal secondo semestre 2028: funzionamento interamente con controllo remoto, senza autista di sicurezza a bordo.Martin Schatzmann






